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    ORTOBIOLOGIA

    Le malattie degenerative della cartilagine articolare, l’artrosi primaria e secondaria, sono in aumento a causa dell’aumentata aspettativa di vita attiva della popolazione. Si tratta di malattie che, una volta iniziato il processo degenerativo, sono difficili da curare con i metodi tradizionali perché la cartilagine ha una capacità di rigenerazione limitata dovuta all’assenza di vasi sanguigni e i condrociti hanno un ridotto potenziale proliferativo. Pertanto, la degenerazione della cartilagine non guarisce autonomamente, e se non trattato, si aggrava fino a sfociare in artrosi.
    Negli ultimi 10 anni, però, tra i trattamenti conservativi, e quindi tra le soluzioni non invasive per il trattamento del dolore, il miglioramento della funzionalità articolare e per rallentare il processo della degenerazione cartilaginea, insieme alle infiltrazioni con acido ialuronico, hanno trovato ampio spazio anche le soluzioni della medicina rigenerativa, in particolare le infiltrazioni cellule mesenchimali autologhe di origine adiposa, cioè prelevate dal grasso del paziente, a cui poi vengono infiltrate nell’articolazione malata.

     

    Cosa sono le cellule mesenchimali di origine adiposa?

    Sono cellule staminali adulte prelevate dal grasso corporeo (addome, fianchi o cosce), in cui si trovano in abbondante quantità (contenute nella cosiddetta nicchia vascolo-stromale), ma soprattutto hanno un alto potenziale rigenerativo. Una volta prelevate, processate e infiltrate nell’organismo, queste cellule sono in grado di svolgere un’azione anti-infiammatoria e rigenerativa, aumentando, anche se di poco, la distanza tra i capi articolari e quindi riducendo l’attrito tra le componenti ossee dell’articolazione, situazione che provoca dolore.
    La tecnica prevede:

    1. prelievo di quantità minime di tessuto adiposo, mediante miniliposuzione in anestesia locale con sedazione
    2. processazione e microframmentazione del tessuto adiposo per eliminare le componenti non utili (sangue, detriti cellulari) e mantenere solo le componenti cellulari ad azione rigenerativa, la cosiddetta nicchia vascolo-stromale.
    3. infiltrazione secondo le procedure standard

    La procedura dura circa 30-40 minuti e può essere eseguita anche in regime ambulatoriale ma sempre in sala operatoria.

     

    Risultati?

    La rigenerazione tissutale richiede tempo e non avviene immediatamente. In genere, i risultati iniziano a vedersi e amplificarsi a tre mesi dal trattamento, per raggiungere il massimo risultato soggettivo intorno al sesto mese; il paziente è quindi in grado di incrementare progressivamente la funzionalità delle articolazioni, svolgere attività sportiva, evitando o ritardando spesso la necessità di sottoporsi a intervento di protesi.