La protesi d’anca viene consigliata al paziente colpito da patologie che hanno portato alla degenerazione della cartilagine dell’articolazione, come l’artrosi quando i trattamenti conservativi hanno fallito o sono controindicati.
Ci sono due tipi di protesi d’anca: la protesi totale e la protesi cefalica femorale.
Protesi totale: sostituisce l’intera articolazione dell’anca. È composta principalmente da leghe di metallo o di titanio. Lo snodo, ovvero la parte mobile della protesi, è composto da leghe di cromo-cobalto, ceramica, che possono essere combinati con il polietilene. La protesi totale può essere formata da parti distinte (moduli) che vengono adattati all’anatomia del singolo paziente. In questo modo, se una parte si usura o si rompe, sará sufficiente sostituire un unico modulo e non tutta la protesi. Questo tipo di protesi ad incastro viene scelto soprattutto per i pazienti giovani. In alcuni casi, la protesi puó prevedere l’uso cemento. Nell’ambito delle protesi totali esistono protesi più o meno anatomiche e più o meno invasive, da scegliere con le giuste indicazioni caso per caso.
Protesi cefalica femorale: non sostituisce l’intera articolazione, ma sostituisce soltanto la porzione femorale. Il vantaggio di questa protesi è che può essere utilizzata nei pazienti molto anziani con frattura di collo del femore per avere un rapido recupero e minore invasività, viste le condizioni fisiche spesso precarie di questi pazienti.
Dopo aver valutato la radiografia del paziente, l’ortopedico esegue la pianificazione preoperatoria su radiografie. In questa fase, discute assieme al paziente e sceglie definitivamente la protesi da impiantare.
Per prepararsi all’intervento potrebbe essere richiesto al paziente di svolgere della fisioterapia, conformemente al dolore e alla riduzione della mobilitá. Circa 15-30gg prima dell’intervento vanno eseguiti esami e accertamenti. A una settimana dall’operazione, il paziente dovrà sospendere l’assunzione di eventuali farmaci che possono modificare la normale coagulazione del sangue (ad esempio, anticoagulanti o antiaggreganti). Il giorno dell’intervento, il paziente deve recarsi a digiuno, dalla mezzanotte precedente. Si consiglia anche di presentarsi in ospedale con vestiti comodi, scarpe basse. Inoltre, si consiglia di procurarsi delle stampelle e calze elastiche antitromboemboliche, da indossare dopo l’intervento.
L’intervento avviene mediamente con anestesia epidurale o subaracnoidea (blocco loco-regionale). La tecnica chirurgica per l’impianto di protesi d’anca è ormai mini invasiva, ovvero prevede il risparmio dei tessuti (muscoli e strutture nervose), ridotto sanguinamento intraoperatorio, rapido recupero nell’immediato post-operatorio, migliore gestione del dolore, tempi ridotti di ritorno alla vita quotidiana. Le via chirurgica d’accesso per l’impianto protesico possono essere quella postero-laterale, laterale, anterolaterale o anteriore. La scelta del chirurgo si basa sulla sua esperienza e sulle caratteristiche del paziente.
In rari casi (inferiori all’1%) i rischi in cui si puó incorrere durante un intervento di protesi d’anca sono:
L’intervento non è doloroso, ma è possibile che nelle prime ore dopo l’operazione il paziente avverta qualche dolore, ben gestito dai farmaci e che nei giorni seguenti si riduce progressivamente fino a scomparire del tutto.
Trascorso il tempo del ricovero, il paziente torna a casa e continua la riabilitazione già iniziata nella prima giornata post operatoria, inizialmente con l’aiuto del fisioterapista. Dopo due settimane dall’intervento vengono rimossi i punti ed effettuato il primo controllo post-operatorio. Infine, il paziente dovrá recarsi periodicamente alla visita ortopedica; mediamente i controlli postoperatori sono ad 1, 3, 6 e 12 mesi e successivamente una volta all’anno eseguendo una radiografia di controllo.