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    ARTROSI DI GINOCCHIO, DIFFERENZE TRA PROTESI TOTALE E MONOCOMPARTIMENTALE

    ARTROSI DI GINOCCHIO, DIFFERENZE TRA PROTESI TOTALE E MONOCOMPARTIMENTALE

    Le protesi di ginocchio non sono tutte uguali. In quest’articolo il dottor Vincenzo Madonna, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia in Humanitas Castelli, spiega le differenze tra le protesi totali e monocompartimentali.
    Contrariamente a quanto si pensa, le protesi di ginocchio non sono tutte uguali. In particolare, ne esistono due tipi: le protesi totali e le protesi monocompartimentali , dove queste ultime possono essere ulteriormente suddivise in monocompartimenteli mediali e laterali oppure femoro-rotulee. «La scelta di quale protesi impiantare viene valutata con attenzione dall’ortopedico assieme al paziente, in seguito alla visita e allo studio della radiografia del ginocchio colpito dall’artrosi – spiega il dottor Madonna -. Nella decisione influiscono anche le condizioni generali di salute e le aspettative del paziente in merito alla tipologia di attività, sportiva o meno, che prevede di voler svolgere dopo l’intervento. Infatti, se il paziente è un giovane sportivo nel bel mezzo della sua carriera, avrà degli interessi e delle necessità diverse da chi non prevede di includere lo sport nella sua quotidianità una volta effettuato l’intervento di protesi». Quindi, le differenze che determinano la scelta tra protesi totale o monocompartimentale riguardano:

    1. LA CONDIZIONE DEL PAZIENTE

    Se lo stato di degenerazione dell’articolazione è avanzato e più compartimenti del ginocchio sono stati danneggiati, inclusi quelli ossei, la protesi totale sarà la scelta verso cui indirizzarsi. Se invece l’artrosi ha danneggiato la cartilagine di un solo compartimento del ginocchio, la protesi monocompartimentale è la soluzione più adatta.

    2. IL RECUPERO POST-OPERATORIO

    Nel caso di protesi totale, il recupero post-operatorio è più lungo (45 giorni circa). Invece, in caso di protesi monocompartimentale, il recupero è più rapido (circa un mese) ma anche più semplice. In entrambi i casi la fisioterapia ed il recupero funzionale iniziano già dalle prime ore post operatorie. Negli ultimi anni sono stati messi a punto dei protocolli di recupero post-operatorio rapido denominati Rapid recovery” o “Fast Track”, che hanno permesso una notevole velocizzazione del recupero post operatorio associato ad una netta diminuzione del dolore e del sanguinamento, con una veloce autonomizzazione del paziente anche se molto anziano.

    3. L’ATTIVITÀ SPORTIVA DEL PAZIENTE

    Se il paziente desidera riprendere un’attività sportiva intensa, magari agonistica, possibilmente non di impatto e/o di contrasto, dopo l’intervento di protesi, allora la scelta ricadrà nella protesi monocompartimentale (ove le indicazioni lo permettano). Il motivo è che questa protesi garantisce una controllo e consapevolezza dei movimenti, che sono caratteristiche fondamentali per la buona riuscita delle performance sportive. Con la protesi totale, invece, il paziente può tornare a fare sport, ma a livelli decisamente inferiori. Quando si parla di livelli di attività del paziente che includano lo sport, se si vuole essere precisi fino in fondo, bisogna dire che le protesi sono state studiate mediamente per andare incontro alle problematiche artrosiche dei pazienti anziani a bassa richiesta funzionale; infatti è stato visto che le protesi impiantate nei pazienti al di sotto dei 55 anni, durano decisamente di meno rispetto ai pazienti over 65 a minor richiesta funzionale.
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