
11 Apr GINOCCHIO, IL TALLONE D’ACHILLE DELLO SCIATORE
Lo sci oltre ad essere un’attività aerobica ludico-sportiva molto praticata nella stagione invernale, permette anche di accrescere la stabilità propriocettiva del corpo e di rinforzare la muscolatura. Il ginocchio, però, è il tallone di Achille dello sciatore. Sfortunatamente, infatti, sciare può aumentare il rischio di incorrere in incidenti sulle piste, riportando traumi al ginocchio. Sciare sottopone infatti proprio il ginocchio a importanti sollecitazioni che, in alcune circostanze o senza adeguata preparazione sportiva, possono provocare lesioni alle sue strutture legamentose, tendinee o ossee che rendono instabile il ginocchio. L’instabilità del ginocchio, e il dolore che ne consegue, non colpisce però soltanto gli sciatori e gli sportivi in generale, perchè sono molti i fattori che possono contribuire a determinarla.
Instabilità e dolore: non solo a causa dello sci
Il dolore al ginocchio è un sintomo che può interessare persone di ogni età e sesso, anche indipendentemente dal praticare lo sci. È spesso proprio il dolore a portare dal medico il paziente o, in assenza di dolore, problemi di instabilità motoria.
«Alcune lesioni considerate minori – spiega il dottor Vincenzo Madonna, responsabile di ortopedia e traumatologia dell’Istituto Humanitas Castelli -,
sono abbastanza comuni specie negli sportivi. Molte persone, dopo un trauma minore, si riprendono autonomamente senza alcun trattamento. Tuttavia, prima di trattare un ginocchio con un problema è necessaria una accurata visita e una corretta diagnosi. Infatti, esistono due tipi di instabilità:
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instabilità oggettiva: durante la visita, si riscontra un ginocchio instabile sebbene il paziente non avverta nè la sensazione di instabilità, nè cedimenti del ginocchio
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instabilità soggettiva: il paziente riferisce allo specialista che “il ginocchio cede in certi movimenti”. Può essere presente anche gonfiore e rigidità del movimento.
L’instabilità soggettiva è la più pericolosa perché significa che non solo esiste una lassità, un’instabilità legamentosa dovuta a lesione di uno o più legamenti, ma il paziente con la sua gestione neuromotoria, quindi con la contrazione muscolare non riesce a controllare la lassità e quindi il ginocchio cede. In questo caso, il dolore non è dovuto all’instabilità, ma a ciò che causa l’instabilità. L’instabilità può causare lesioni cartilaginee – prosegue l’esperto – che possono arrivare addirittura a consumare la cartilagine fino all’osso, lesioni legamentose, tendinee o meniscali»
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L’importanza della diagnosi per stabilire il trattamento
Per diagnosticare l’instabilità di ginocchio possono essere sufficienti:
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visita specialistica
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Rx del ginocchio
«Una volta confermata la diagnosi di instabilità – dice il dottor Madonna -, il trattamento varia nei modi e nei tempi. In caso di lesione multi legamentosa con un ginocchio lussato, è necessario ridurre, cioè rimettere a posto il ginocchio ricostruendo i legamenti, specie nelle lesioni croniche. In quelle acute, invece,
può succedere che si decida di intervenire prima sulla parte periferica, e quindi sui legamenti collaterali e, una volta guariti, si passa alla ricostruzione dei legamenti crociati. In genere, dopo l’intervento di ricostruzione il paziente torna subito in piedi con l’aiuto delle stampelle ma evitando il carico per almeno un mese o un mese e mezzo».
Prevenzione: non ci stancheremo mai di dire che ..
“Fondamentale è la preparazione presciistica, da iniziare almeno una settimana prima di andare a sciare – sottolinea l’esperto -, insieme agli esercizi di stretching che riducono il rischio di strappi e lesioni muscolari. La preparazione deve essere eseguita non meno di tre volte alla settimana».
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